Calendario mano, è trascorso poco più di un mese dall’ “inaugurazione” del portale Visit Ferentillo, realizzato dall’omonima associazione e finalizzato al rilancio del territorio in chiave turistica. Se encomiabile è stato (ed è) l’impegno dei soci nello sviluppare il progetto, meritevole di plauso è anche e soprattutto il concept che ha ispirato il portale, straordinariamente ricco di contenuti dinamici ed interattivi. Per l’occasione, abbiamo fatto “quattro chiacchiere” con Sebastiano Torlini, presidente e cofondatore dell’associazione.
Sebastiano, come è nata l’associazione Visit Ferentillo?
L’idea di fondare “Visit Ferentillo” è stata concepita in un momento di crisi simile a questo che stiamo vivendo oggi. All’indomani del 30 ottobre 2016, data tristemente nota per le sequenze sismiche che hanno colpito la Valnerina, Ferentillo ha reagito – o meglio, HA SCELTO DI REAGIRE – da vera comunità, mettendo al centro del confronto fra le parti sociali TURISMO E VALORIZZAZIONE, due componenti estremamente importanti per lo sviluppo del territorio.
Quali sono le finalità che vi siete prefissati nel realizzare un progetto così ambizioso?
Le finalità sono molteplici: fra tutte lo sviluppo di un marketing territoriale che sappia rispondere efficacemente alle sfide del mercato turistico. Particolamente importante – e lo dico con estrema convinzione – è il consolidamento di un brand territoriale capace di conservare (e non snaturare) i suoi reali elementi di competitività unicità consentendo di identificare Ferentillo come destinazione “trasverale“.
Oltre allo sviluppo del portale, quale altre attività avete realizzato o/e state realizzando? Puoi svelarci qualche anticipazione sul futuro?
Coerentemente la struttura dell’offerta territoriale (che sottolineo essere BEN DEFINITA), stiamo creando un prodotto turistico che faccia leva su sport ed attività outdoor. Per quanto riguarda il futuro, non posso sbilanciarmi. L’emergenza “covid19” ha modificato notevolmente l’approccio dei soci e dei mercati turistici rispetto all’Umbria ed alla Valnerina. Senza cadere nella retorica, un’opportunità di rilancio c’è….(e forse più di una).
Da esperto conoscitore del territorio, quale attività consiglieresti a chi sceglie di visitare Ferentillo e dintorni?
Quello che consiglio sempre a tutti i visitatori è di vivere il nostro territorio a pieno, preferibilmente in sella ad un mountainbike così da conciliare una visita al Museo delle Mummie passando per l’Abbazia di San Pietro in Valle o per uno dei tanti eremi rupestri che dominano il borgo. Il tutto, senza rinunciare alla buona cucina ed alla tradizione.
Se dovessi descrivere la Valnerina con una canzone, quale sceglieresti? E’ perchè?
Mi viene subito in mente “Take me home, Country Roads” di John Denver . Ascoltando quelle note, non puoi fare a meno alla fine di urlare e sostituire West Virginia con Valnerina!
Turisticamente parlando, a tuo insindacabile giudizio, quali sono le sfide che attendono l’Umbria in questa seconda parte di 2020?
Credo che sia giunto il momento per l’Umbria di diventare grande. Non è più una cenerentola del turismo italiano, ora è una destinazione ben definita e ricercata. Quello che servirà nel prossimo futuro è
l’ampliamento e il miglioramento dei servizi offerti, con investimenti importanti da fare: a partire dal cicloturismo.
Immaginiamo di essere ad una sorta di “golden globe” delle bellezze umbre. Quale sarebbe la tua top five?
Pur giocando in casa, tolto Ferentillo che a mio modesto parere è il posto più bello della terra, sul gradino più alto del podio non può non esserci la Cascata delle Marmore. Narni e Spoleto vincono rispettivamente medaglia d’argento e medaglia di bronzo. Al quarto posto – e non me ne vogliano i miei amici assisiani che saluto con affetto – colloco la Città di San Francesco, scrigno d’arte e spiritualità antica. Ultimo piazzamento per la Valnerina, terra di borghi e castelli (citando un mio professoro, lo studente è intelligente ma potrebbe applicarsi di più). A buon intenditor….
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