L’austero spirito della Quaresima non permetteva la celebrazione di una festa di luce e gloria quale quella che ricorda l’istituzione dell’Eucaristia. Per questo motivo, la liturgia celebra il “Corpus Domini” non nella Settimana Santa ma dopo l’Ascensione, quando tornato il Cristo alla destra del Padre, di lui rimangono sulla terra i doni più preziosi: il corpo ed il sangue, sacramento della nuova ed eterna Alleanza ed alimento dell’anima.In armonia con il significato della festa, la celebrazione del “Corpus Domini” avviene nel periodo in cui la natura tripudia nella gloria della bella stagione e la terra esulta nei colori della sua veste novella. La festività era preceduta da una solenne Ottava. Il venerdì successivo al “Corpus Domini” era celebrata la festa del Sacro Cuore di Gesù, devozione molto sentita in ambito popolare: in Valnerina l’oleografia in questione occupava il posto d’onore e, specie di notte, dinanzi ad essa veniva acceso un lumino ad olio.
La devozione al Sacro Cuore di Gesù fu istituita dopo la visione di S.Margherita Maria Alocoque (1647 – 1690) alla quale il Figlio mostrò il suo cuore ferito, stretto da una corona di spine e sormontato da una croce. Correva l’anno 1675 e la visione avvenne nel convento salesiano della cittadina di Paray – le – Monial. Clemente XIII, un secolo dopo approvo la festa che da Pio IX , fu estesa a tutta la Chiesa. Il culto al Sacro Cuore di Gesù afferma ed esalta la portata universale del suo amore rivolto, senza eccezioni, ad ognuna delle sue creature.
Giacomo Manzù, ispirato dal culto al Sacro Cuore di Gesù, concepì il tabernacolo della Basilica di Santa Rita in forma d’uovo, simbolo della nuova vita in cui, rinata dal sangue dell’Agnello e nutrita dal mistico pane, l’anima schiude le ali. La rosa, simbolo d’amore caro a Rita da Cascia, posto di traverso sulla porticina, ricorda quel lungo cammino irto di spine che fu la vita dell’umile figlia di Roccaporena, cammino che le permise di fiorire nei cieli. Sui pannelli bronzei che, sul fondo, chiudono il peribolo del presbiterio, il motivo della vita eucaristica e della rinascita, su cui si innesta il significato più antico del “Corpus Domini”, si dispiega in ariose volute di rami e tralci tra i quali aleggiano colombe messaggere di pace. La vite, attorta quasi a formare il simbolo dell’infinito, serve da supporto all’altare il cui piano di cristallo permette d’intravedere il mistero invelato del simbolo.
RIPRODUZIONE RISERVATA ©
Da scoprire:
- Cascia, la Città di Santa Rita;
- Preci, il Paese dei Chirurghi;
- Norcia, la Città del Tartufo;
- Scheggino, il Diamante Nero della Valnerina;
- Santa Anatolia di Narco, la Valle del Drago;
- Vallo di Nera, il Borgo-Castello;
- Cerreto di Spoleto, il Paese dei Ciarlatani;
- Poggiodomo, la Terra del Cardinale;
- Monteleone di Spoleto, il Leone degli Appennini;