Norcia e Preci si trovano all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, nel Regno della mitica Sibilla. Qui più che di paesaggio si dovrebbe parlare di paesaggi, tale è la varietà di scenari che offrono al viaggiatore un piacere estetico e culturale irripetibile. Natura e cultura si fondono a tal punto che sarebbe impresa ardua cercare di porre un confine tra l’una e l’altra. Il Piano di Santa Scolastica, esempio insuperabile di paesaggio agrario italiano, offre un ottimo argomento in tal senso. La distesa verde splendente che si stende ai piedi delle mura della Città di Norcia, le Marcite, all’apparenza un semplice prato, all’occhio più attento svela la sua artificiale di capolavoro dell’ingegno umano. Le Marcite sono infatti prati perennemente irrigati da un velo d’acqua, grazie ad un sistema idraulico di chiuse e di canali, che rendono possibile la crescita della cotica erbosa anche di inverno, assicurando fino a 10 tagli di foraggio all’anno. L’origine di questi prati è fatta risalire da alcuno studiosi al VI secolo d.C., con lo sviluppo delle pratiche agricole esercitate nel luogo dall’ordine religioso di San Benedetto.
Risalendo da Norcia per raggiungere l’Altipiano di Castelluccio si apre il paesaggio alpino dei 13 km quadrati del Pian Grande, un’unica vastissima distesa erbosa dall’aspetto vellutato, che si raccorda dolcemente con li imponenti rilievi che la circondano. L’aspetto dal paesaggio, all’apparenza selvaggio, è invece quasi esclusivamente opera dell’uomo – pastore, che ha dissodato nei secoli, con l’antica pratica del ranco, migliaia di ettari di foresta per far posto a quella che era una delle più grandi stazioni pastorali dell’Appennino. L’ambiente vegetale del Pian Grande si può dividere in quattro aree dalle caratteristiche omogenee: colture agrarie formate da campi d’orzo, segale, lenticchia, prodotto DOP di Castelluccio; gli erbai, vale a dire prati falciabile che dopo lo sfalcio vengono aperti al gregge); i pascoli all’interno dei quali vengono condotte le mandrie di bovini e pecore ed infine la vegetazione palustre, riconducibile al Fosso Mergani, microcosmo ambientale di grande interesse scientifico: qui infatti vegeta la Carex buxbaumii, relitto dell’epoca glaciale scoperta nel 1971.
Il paesaggio naturale cambia spostandosi verso la Valle del fiume Nera e le vallate concatenate che caratterizzano la montagna di Preci: Valle Castoriana o Valle del Campiano e Valle Oblita. Risalendo la Valle del Nera verso preci, sulla destra si incontra un sistema di pareti e speroni rocciosi che incombe sul fiume e sulla strada quasi verticalmente, con un baratro di 695 metri. Qui nidificano il Gheppio ed il Picchio Muraiolo. Tra la flora, oltre ad una ricchissima varietà di orchidee selvatiche, da segnalare l’Ephedra nebrodensis, una pianticella dalla fogli squamiformi, relitto dell’era mesozoica. Tutta l’area presenta un’elevatissima biodiversità animale. In particolare, fra i mammiferi ricordiamo il lupo, il gatto selvatico, l’istrice ed il capriolo. Grazie a specifici progetti di reintroduzione oggi nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini sono tornati ad vivere il cervo ed il camoscio appenninico. Quanto gli invertebrati ricordiamo il rarissimo Chirocefalo del Marchesoni, endemico del lago di Pilato.

Preci, Cascate de lu Cugnuntu.
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Itinerari suggeriti:
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- Norcia – Il Pian Grande di Castelluccio;
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- Norcia – Le Marcite;
- Norcia – La Campagna disegnata dall`uomo;
Nelle vicinanze:
- Norcia, la Città di San Benedetto;
- Cascia, la Città di Santa Rita;
- Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini;
- Monteleone di Spoleto e la Biga;