Avventura, sport, divertimento : Sant’Anatolia di Narco è questo e tanto altro. E’ arte, che rivive in monumentali abbazie e chiese campestri. E’ genuinità, che la tradizione difende con le unghie con i denti. E’ natura, che il Nera conserva ancora intatta nel suo fragoroso scorrere a valle. Il segreto per godersi pienamente un weekend in Valnerina? Spalancare gli occhi alla meraviglia. Zaino in spalla e bandana in testa, si parte alla scoperta della Val di Narco!
1)Dal Piano delle Melette al castello di Caso
La passeggiata coincide in parte con il sentiero della transumanza e la strada delle ferriere. Dal centro abitato si scende in direzione del cimitero e del Santuario della Madonna delle Grazie, ampliamento di un’edicola campestre databile XV secolo, dove si conserva un’effige della Vergine seduta a cavallo, in ricordo di un’apparizione miracolosa della stessa ad un fanciullo del luogo. L’interno è interamente affrescato dallo Spagna e dai suoi allievi. Si continua in discesa giù per una mulattiera, che in poco più di un quarto d’ora conduce al fondovalle in località Piano delle Melette, ampia conca pianeggiante, che, un tempo ricca di frutteti, è oggi utilizzata per ricavare foraggio e come area di pascolo. Il Piano delle Melette è al centro di uno scenario unico: “Le Muraglie” del Monte Civitella a sud e le scoscese “Balze” del Monte Coscerno a nord-est- Giunti sul Piano, all’altezza della Forca di Valcasa, si prende a sinistra per percorrere il tracciato che costeggia il lato ovest del Piano. Si attraversa, per circa 10 km, un bosco di aceri imponenti. Per riprendere la carrozzabile che riconduce all’abitato è necessario dirigersi verso i capannoni ad uso agricolo a monte del boschetto d’aceri e, dopo circa 1km, si accede al castello di Caso.
2) Al laghetto di Gavelli
Dalla piazzetta di Gavelli, antico castello a nido d’aquila, si prende a destra la SP471 in direzione di Monteleone di Spoleto. Si procede su strada asfaltata per circa 1 km, quindi si svolta in discesa sulla destra lungo la strada campestre fortificata da querce. Si prosegue in discesa e, dopo aver attraversato il ponticello, si continua sempre dritto senza lasciare la strada battuta. Quando si raggiunge la deviazione, sulla sinistra, si lascia la sterrata, che prosegue dritto in salita, e si svolta a sinistra in direzione di un gruppo di querce lungo il tracciato. Si segue il percorso battuto fino a raggiungere delle conifere che segnalano il punto di arrivo: il laghetto di Gavelli. Lo specchio d’acqua è uno dei pochi stagni naturali montani dell’Umbria, l’unico a quota 1.126 metri di altitudine. L’area è attrezzata con un punto di ristoro e giochi per bambini. Da qui, con prudenza e senza abbandonare il percorso battuto, si possono percorrere diversi sentieri che consentono di scoprire le imponenti faggette del luogo. Per tornare a Gavelli si prende la SP471, direzione Sant’Anatolia di Narco. Si raccomanda una visita del paese, particolarmente ricco di opere d’arte.
3) Scoprendo l’Abbazia di San Felice
Il percorso coincide in parte con il sentiero degli eremiti. Dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie s’imbocca in Via Matteotti per dirigersi in discesa verso Via della Stazione. Si segue la strada in discesa per poi svoltare a destra, all’altezza di Fonte Vecchia. Lungo tutto il cammino si è costantemente paralleli al fiume Nera ed all’area in cui, dal Medioevo fino al Novecento, avveniva la coltivazione della canapa. Percorrendo la stradina, si noteranno sula destra i resti del mulino ad acqua di Santa Anatolia di Narco, sulla sinistra, la Pieve di Santa Maria. Dopo aver costeggiato il vivaio della Comunità Montana, sulla sinistra, la strada si stringe tra due antiche botteghe medievali, con banchi in pietra ed un’antica edicola. Dopo un breve tratto, sulla destra si trova la misteriosa “Grotta del drago”. Si svolta a sinistra passando sopra il fiume Nera percorrendo l’antico ponte a due arcate, al di sopra del quale si scorge l’Abbazia di San Felice. Si ritorna al punto di partenza lungo l’itinerario percorso per visitare il Museo della Canapa.
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