…”Animali fantastici e dove trovarli”
Camminando nei boschi della Valnerina, può capitare di imbattersi in un animale tanto sinistro quanto leggendario: il serpente regolo, un rettile dalla forma tozza munito di lunghi baffi che ricordano quelli di un gatto. Secondo la tradizione , il regolo è una vipera assai longeva: alcune credenze popolari sostengono – infatti – che le serpi, superati i cento anni di vita, diventino baffute. Alcuni nostri informatori, invece, affermano che il regolo sia un rettile che è stato tagliato a metà ma che, sopravvissuto alla mutilazione, si è sviluppato in grossezza.
Perchè il regolo è un animale assai pericoloso?
La presenza del regolo è preannunciata a grande distanza da un fortissimo odore di selvatico, estremamente più intenso di quello di qualunque altra bestia. A causa della ridotta lunghezza del corpo, il regolo non è veloce nei movimenti – per questo non si allontana mai dalla tana- ma è assai più velenoso rispetto ad una vipera comune. Il regolo, più degli altri serpenti, ha nello sguardo un potere magnetico che immobilizza le sue vittime. In dialetto, il verbo che meglio esprime le capacità ammaliatrici tipiche dei serpenti è “abbaffà”: “fissare intensamente“, “incantare paralizzando“.
Una leggenda assolutamente da scoprire
In Valnerina, quando qualcuno appare come intontito, gli si suol dire simpaticamente “che t’ha ‘baffatu lu regolo?”, a sottolineare il potere magnetico insito nello sguardo della serpe. Alcuni, invece, sostengono che “abbaffà” significhi che “il serpente t’addormentava come se buttasse addosso qualcosa”. A tale proposito è doveroso menzionare un’interessante leggenda che abbiamo raccolto in Val di Narco: secondo la tradizione popolare, ad un pastore del luogo capitò di addormentarsi in un bosco dopo essersi sdraiato su una grande pietra. Il sonno si prolungò oltre i limiti di una buon dormita sicché, allarmati, i famigliari andarono a cercarlo. Fu così che lo trovarono immerso in un profondo sonno letargico. Immaginando la causa dello strano fenomeno, sollevarono la pietra trovando un groviglio di regoli.
“L’afa”
Nelle campagne dell’Appennino, si dice che lo sguardo dei serpenti possieda un fluido magnetico chiamato “afa”. L’“afa” irretisce la volontà delle vittime prescelte dalla bestia impedendo loro di fuggire: tra di esse, oltre ai piccoli animali ed agli uccelli, vi è l’essere umano. In dialetto, per dire che certi animali attirano con lo sguardo, si dice “vuttano l’afa”. Oltre al regolo, gli altri animali che “vuttano l’afa” sono: il rospo, la civetta, il cane e la gatta. Fra gli esseri mitici, vi è il potentissimo basilisco, il cui sguardo può uccidere una persona.
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