Una montagna di luoghi da scoprire
Il più piccolo comune dell’Umbria sorge intorno ai mille metri di quota in un territorio compreso nel cuore della montagna della media Valnerina lungo il tracciato dell’antica via Casciana che collegava il castello di Ponte a Monteleone di Spoleto, risalendo la valle del torrente Tissino. Qui, tra i fitti boschi e le pareti rupestri ai piedi del monte Maggio, nell’VIII secolo alcuni monaci fondarono l’eremo della Madonna della Stella un luogo fuori dal tempo intriso di spiritualità e misticismo. Il territorio di Poggiodomo con la valle del Tissino, il monte Coscerno e i piani dell’Immagine ha gravitato su un sistema policentrico di castelli (Poggiodomo, Usigni, Roccatamburo, Mucciafora), funzionale alla gestione collettiva delle attività della montagna che da sempre hanno garantito la sopravvivenza delle popolazioni locali al costo di grandi fatiche.
Le vie della transumanza e gli Altopiani dell’Immagine
La durezza del lavoro agricolo è testimoniata, ad esempio, dai “morroni”, cumuli di sassi e muretti a secco disseminati un po’ ovunque e ancora ben visibili oltre Mucciafora, sugli altopiani dell’Immagine, costituiti dalle pietre estratte a mano per strappare un po’ di terra coltivabile dall’aspro suolo calcareo o dai racconti della “transumanza”, fenomeno che per secoli ha costretto uomini e greggi a muoversi lungo le erte mulattiere verso le pianure della campagna romana al principio dell’inverno, per farne ritorno con i primi tepori della primavera secondo un processo ciclico ed ineluttabile. Questi altopiani, che si sviluppano a 1150 metri di quota come propaggine settentrionale del monte Coscerno, sono da sempre coltivati ed utilizzati per il pascolo di pecore, mucche, capre e cavalli dagli abitanti di Mucciafora e di Vallo di Nera che è raggiungibile grazie ad una serpeggiante strada bianca. Tra i piani sono stati eretti piccoli casali in pietra con la funzione di ricoveri estivi per i coltivatori ed i pastori che li hanno da sempre utilizzati anche come stalle. Nelle estese pinete che punteggiano i Piani dell’Immagine, vivono anche molti animali selvatici tipici dell’appennino e in passato, fino alla fine dell’Ottocento, alcuni anziani del luogo tramandavano racconti sull’antica presenza dell’orso oggi estinto.
L’Oasi Naturalistica del Monte Coscerno, il regno dell’aquila reale
Il territorio compreso nel comune di Poggiodomo si sviluppa per la quasi totalità lungo il versante nord orientale del massiccio del monte Coscerno (1684 m s.l.m.). L’area sommitale del monte ha la forma a cupola allungata in direzione nord ovest – sud est e presenta un sistema di doline che ne movimentano la superfice. Sugli ampi pascoli che dalla sommità del Coscerno si estendono lungo il versante di Poggiodomo si trova l’unica “stazione” di mirtillo mero dell’Umbria. Nell’area sommitale (protetta) vivono coturnici e lepri, principali prede dell’aquila reale che qui trova il suo territorio di caccia privilegiato; nel periodo primaverile i pascoli secondari si colorano grazie ad estese fioriture di orchidee spontanee, gigli rossi, e molti altri fiori appenninici.
Macchia Cerasa, dove nascono le acque del Tissino
Lungo il versante nord si estende l’ampia faggeta di Macchia Cerasa (toponimo dovuto al colore rosso della corteccia degli alberi privi di licheni e dalle forme bizzarre dovute alla particolare ventosità del luogo), dalla quale prendono origine una serie di fossi confluenti nel torrente Tissino che solca il comprensorio di Poggiodomo tra il monte Coscerno ad ovest e l’asse monte Sciudri (1428 m s.l.m.) – monte Porretta (1342 m s.l.m.) – monte Maggio (1400 m s.l.m.), ad ovest. L’area settentrionale del territorio si estende tra monte Metano (1220 m s.l.m) e monte delle Cerrete (1182 m s.l.m.) ed è delimitata ad ovest dagli ondulati piani dell’Immagine (altopiani storicamente coltivati ed utilizzati per il pascolo nei pressi di Mucciafora) e ad est dai ripidi pendii che scendono velocemente nella valle del Tissino.
Forca della Spina, sulle orme dei pastori
Questa zona, lontana dalle attuali grandi vie di comunicazione, si distingue per la presenza di due grandi predatori come l’aquila e il lupo che da sempre “competono” a livello alimentare con gli abitanti della montagna generalmente dediti alla pastorizia. In questo territorio, infatti, passava un’importante via della transumanza che da Poggiodomo, attraverso forca della Spina (1270 m s.l.m.), permetteva il transito delle greggi verso la val Casana ed il fondovalle del Nera. Questa e gli altri sentieri della montagna oggi vengono utilizzati per escursioni a piedi ed in mountain bike. Qui passa una delle tappe più suggestive e maggiormente frequentate del trekking che collega Norcia e Cascia a Spoleto.
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