1) La Fuga in Egitto
Come si evince da un’attenta osservazione dell’affresco, la tradizione popolare – musa ispiratrice di molte opere locali – ha fiorito di leggende l’episodio biblico della “Fuga in Egitto”: la croce scura che l’asino reca sulla groppa è il segno della celeste benedizione per aver tratto in salvo Gesù, l’acero campestre in secondo piano protegge dai fulmini poiché in un giorno di tempesta protesse Maria ed il Bambino, le piante di lupino che nascono spontanee tra le rocce vengono quasi ignorate dall’asino essendo stati maledette dalla Madonna, la cui fuga fu tradita dal crepitio dei loro baccelli. Un tempo queste leggende erano assai più numerose, alcune attingevano direttamente dai Vangeli Apocrifi, come la leggenda de li schianchi: le piccole mele selvatiche che Maria prega Giuseppe di cogliere per placare la sua arsura. Lo sposo, che non aveva ancora perfettamente digerito l’idea della fecondazione della moglie, sbotta: “Se le faccia raccogliere da chi l’ha messa incinta”. All’improvviso, i rami dell’albero si abbassano, stupendo il poveruomo.

2)La Madonna del latte
Il tema della Vergine che allatta il Bambino – la Gakaktotrophousa dell’iconografia bizantina – ha la sua remota origine tra i copti i quali trasposero in ambito cristiano un antico motivo mitico riferito alla Dea Madre ed all’egizia Iside. Il primo esempio di Madonna del Latte compare a Roma nelle catacombe di Priscilla. E’ probabile che questo motivo iconografico sia stato introdotto in Umbria dai monaci giunti dalla Siria, una parte dei quali – a partire dal V secolo – si stabilì in Valnerina dedicandosi a vita anacoretica. Oltre al messaggio di queste immagini che colgono un aspetto intimo e teneramente umano della maternità, la loro interpretazione simbolica rimanda alla funzione della Vergine Sedes Sapientae. Da questa prospettiva, Maria è Madre di Sapienza e simbolo della Chiesa: il “bambino” rappresenta ogni cristiano che, dalla Fede, riceve il nutrimento della Parola. Nell’ambito della religiosità popolare, le Madonne del Latte svolgono funzione propiziatrice nei riguardi della maternità ed, in particolar modo, della produzione dell’alimento insostituibile – nell’antica società rurale – per la corretta nutrizione del neonato.

(Chiesa di Santa Maria Assunta, Vallo di Nera).
3) La Trinità Tricefala
In forma di Persona tricipite benedicente, la Trinità è assisa su un trono che evoca la decorazione ad intarsi tipica delle stile cromatesco. La mano sinistra dell’Essere tricefalo è poggiata su un libro sul quale, in caratteri gotici, si legge: “Pater et Filius ed Spiritus Sanctus et tres unum sunt”. Non vi è differenza nei giovani volti barbati se non nel colore delle aureole che li circondano. In quella che contorna il volto del Cristo, alla destra del Padre, raggia una croce sanguigna. L’aureola del Signore è bianca, luce increata e creatrice che il passaggio attraverso la materia non ha ancora scomposto nella gamme dei colori. Quella del Paraclito, ormai quasi del tutto sbiadita, all’origine era azzurra come il cielo che circonda e contiene il creato. I colori di tali aureole sono identici a quelli scelti dai monaci dell’Ordine della Santissima Trinità, i quali indossano un abito bianco ornato sul petto da una croce di cui un braccio è rosso ed uno blu.

(Chiesa di Santa Maria Assunta, Vallo di Nera).
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