Piccola proprietà contadina, questo è l’assetto fondiario prevalente in Valnerina e, insieme ad essa, del Nursino e del Casciano. L’incidenza di tale assetto fondiario esplode subito dopo la Grande Guerra con la smobilitazione, nelle zone montane in particolare, di taluni contratti agricoli d’ancienne regime e di parte delle grandi proprietà a continuazione delle riforme per la modernizzazione agraria che qui, per ragioni di spazio, ci è impossibile trattare.Nelle aree di fondovalle, alle pendici dei rilievi montuosi, lungo il corso dei fiumi Nera, Corno e Campiano la proprietà è frammentata in una miriade di piccoli appezzamenti mentre nelle più immediate vicinanze dei fiumi e dei centri abitati la proprietà è affidata a piccoli affittuari e lavoratori avventizi che la coltivano utilizzando la policoltura arborata mista. Alle pendici dei monti è collocata la grande proprietà fondiaria (100-200 ettari) che era alla base dell’impresa armenti zia, media e grande. Gli alpeggi estivi vengono utilizzati anche dai piccoli proprietari i quali, durante l’inverno, affidano le proprie greggi ai grandi proprietari affinchè li conducessero nelle maremme romane.
Su 4702 proprietà, nel 1933, circa 3109 hanno un’estensione massima di 5 ettari a sottolineare che la piccola proprietà costituisce la spina dorsale della montagna appenninica in generale e della Valnerina. Questa è una delle principali caratterizzazioni del nostro territorio che lo diversificano dal resto del territorio regionale, organizzato prevalentemente in grandi aziende condotte in regime di mezzadria. La Piana di Santa Scolastica, dominata dalla città murata di Norcia, costituisce la crasi delle caratteristiche agrarie del territorio della Valnerina per tipologie produttive e condizioni morfografiche. Qui, accanto alla piccola proprietà coltivatrice si affianca anche la mezzadria con un’estensione media per azienda che va dai 10 ai 50 ettari d’estensione. Questa tipologia di organizzazione agraria può essere rintracciato anche nei comuni di Preci, Borgo Cerreto, Vallo di Nera e Scheggino. Qui si coltivano vigne, arboreti da frutto e frumento, spesso in policoltura mista. Accanto alle colture più nobili si estendono pascoli, boschi e campi coltivati a frumento o a cereali minori. Si produco lattici e, anche, carne ovina e bovina per il commercio, raramente per il consumo familiare. Queste ultime caratteristiche colturali e produttive si rintracciano invece largamente nei comuni di Cascia, Monteleone di Spoleto e Poggiodomo.
Sebbene, ad un primo sguardo, si nota una certa diversificazione produttiva l’entità della rendita agricola non è fissa: resta sottoposta alle condizioni metereologiche, ai cattivi raccolti o a crisi economico-monetarie che, per il settore agricolo, si traducono in crisi di lungo periodo, come accadde nel secondo dopoguerra con il conseguente spopolamento della montagna.A livello sociale è riscontrabile una diversificazione, secondo i casi, nell’organizzazione familiare: si va da un’organizzazione accentrata, patriarcale e, non raramente, matriarcale, a forme di organizzazione meno accentrate. Ciò è in parte dovuto all’infittirsi, nei primi anni del Novecento, dei contatti tra città e campagna per il crescente numero di persone che, dalle città, vanno a passare le vacanze in campagna e che si ripercuoteranno, anche in termini di vantaggi economici sulla campagna. Per quest’ultimo aspetto però esiste, già a partire dagli anni ’30, esiste un elemento estremamente incidente ed economicamente significativo: le migrazioni stagionali e le relative rimesse. Durante i mesi invernali, oltre che per la transumanza, gli uomini erano costretti dalla contingenza a lasciare le proprie terre e a migrare nelle città, soprattutto a Roma, dove vanno a fare “le callare” o “li pizzicaroli”.
In questo contesto di lavoro stagionale si afferma e si consolida sempre di più il ruolo delle donne quali colonne portanti della società contadina: coi mariti fuori dovette, dovettero provvedere da sole ai figli, alla casa e al patrimonio. La donna si afferma sempre più come una figura intelligente capace, forte, in grado di amministrare le finanze domestiche. In più continuarono a sfornare quel pane che da la vita alle campagne italiane fino alla metà degli anni ’60 del Novecento.
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Da scoprire:
- Cascia, la Città di Santa Rita;
- Preci, il Paese dei Chirurghi;
- Norcia, la Città del Tartufo;
- Scheggino, il Diamante Nero della Valnerina;
- Santa Anatolia di Narco, la Valle del Drago;
- Vallo di Nera, il Borgo-Castello;
- Cerreto di Spoleto, il Paese dei Ciarlatani;
- Poggiodomo, la Terra del Cardinale;
- Monteleone di Spoleto, il Leone degli Appennini;