“Lu Ciuccittu”, tra storia e leggenda
Il gioco de “lu Ciuccittu” ha origini antichissime ed è riferibile all’insediamento in Valnerina delle milizie longobarde capitanate dal sovrano Liutprando, il quale invase l’ Umbria meridionale alla ricerca di nuovi territori da conquistare. Al loro seguito, i coloni longobardi portarono bestiame ed animali da cortile, tra i quali galline e pennuti che garantivano la disponibilità di un alimento altamente nutritivo tipico della dieta nordeuropea: l’uovo. Quando il gelo invernale veniva accarezzato e sciolto dagli aliti primaverili, le verdi valli della Valnerina assistevano alle scorribande gioviali dei fanciulli longobardi, soliti giocare con le uova che rubavano per diletto agli allevatori vicini. Colti dalla fame, i piccoli germanici bevevano ingordamente le uova “ciucciandone” il contenuto.

Un campionato unico nel suo genere
Il gioco “de lu Ciucciuttu” nacque quando, per nutrirsi del gustoso tuorlo, i giovani longobardi iniziarono a picchiare le punte delle uova l’un l’altra fin quando non si apriva un piccola fessura che consentiva di “ciucciare” l’ambito trofeo. Con sommo stupore, notarono che i gusci delle uova presentavano una resistenza diversa, che divenne ben presto elemento di “singolar tenzone”. Secolo dopo secolo, primavera dopo primavera, quando la Pasqua fiorisce nel cuore della Valnerina, rivive la contesa tra le uova dal guscio più duro: più precisamente – il lunedì dell’Angelo – Ferentillo diventa sede del “Campionato de lu Ciuccittu“, rievocazione dell’antico gioco vissuta con particolare coinvolgimento dalla comunità del piccolo borgo.

Quali doti e quali capacità deve possedere un buon giocatore di “ciucciuttu”?
Occhio accorto, mano ferma ed orecchio attento. Queste sono le doti che un buon giocatore deve necessariamente possedere. L’altezza deve essere “giusta”, non a caso il contendente – per giocare – deve assumere una posizione esternamente curva che comporta disarticolazione dei movimenti e situazioni di facile stanchezza, motivo per cui un giocatore minuto è chiamato a muoversi sulle punte dei piedi con conseguente mancanza di precisione nel colpo. L’uovo deve essere trattato con un sentimento di rispetto profondo ed ossequioso: il giocatore non deve infatti dimenticare di aver in mano l’elemento della disfida che puoi garantirgli il ricco montepremi che da sempre caratterizza “Il Campionato de lu Ciucciuttu”.

Come scegliere l’uovo della contesa
L’uovo destinato alla disfida, da regolamento, deve provenire da una gallina che in giovinezza ha seguito a lungo la chioccia e preferibilmente deve essere stato prodotto in giornata. I contendenti sono chiamati a verificare la resistenza del guscio picchiando i denti sull’uovo, dopo aver appurato che l’oggetto di gara sia stato ricavato da una gallina anziana, poiché quelli delle giovani pollastrelle, oltre a produrre un suono ingannevole, presentano un involucro scarsamente resistente. In aggiunta, il nido del pennuto dal quale è stato raccolto l’uovo deve essere facilmente raggiungibile dalla gallina, onde evitare “incioccettature” dovute a movimenti maldestri del volatile.
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Per maggiori informazioni vi consigliamo di leggere il “De ovo ciuccettandi” di Silvano Silvani, realizzato in collaborazione con la Pro Loco di Ferentillo.