“Viaggiare è come innamorarsi: il mondo si fa nuovo.”
Jan Myrdal
Le prime notizie storiche del borgo risalgono ai longobardi: quest’ultimi elessero Ponte a centro amministrativo dell’omonimo Gastaldato per la sua posizione strategica, la medesima di Cerreto posta più in alto sullo sperone roccioso, alla confluenza di tre valli fluviali. La boscosa valle del Vigi era percorsa da un cammino che collegava la Valnerina con Foligno e, coniungendosi con la Via della Spina, da Sellano arrivava a Spoleto. Dall’angusta valle del Tissino, passando per Roccatamburo, un cammino saliva verso Poggiodomo poi, per il passo di Usigni, scendeva a Monteleone di Spoleto e all’altopiano di Narnate (l’attuale Leonessa). Seguendo la Valle del Nera verso sud, da Sant’Anatolia di Narco si arrivava a Scheggino; a Nord, transitando per Triponzo e Visso si raggiungeva il Piceno mentre, seguendo il corso del Corno, affluente del Nera, si giungeva a Norcia. Perchè scegliere Cerreto di Spoleto per Pasqua? Perchè nel suo essere terra di mezzo è diventata la vera perla della Valnerina. Ecco 3 cose assolutamente da non perdere per un weekend all’insegna della bellezza.
1)Scattare meravigliose foto esplorando il centro storico del borgo
Appartenendo alla tipologia dei “castelli di Poggio“, con una via di cresta affiancata da vie parallele, ove ora si affacciano eleganti palazzetti gentilizzi del XVII secolo, Cerreto di Spoleto culminava in una rocca di cui resta l’alta terro. La cingeva un’imponente cerchia di mura disposte a duplice cinta sul lato sud-orientale, come mostrano le incisioni cinquecentesche del Piccolpoasso. Alla porta a sesto acuto della rocca venne addossato il Palazzo Argentieri. Sull’antica platea, s’ergeva un’annosa quercia, la “sacra quercus” cantata dal Pontano, emblema del borgo. Nel Rinascimento, a formare un’elegante scenografia,attorno alla piazza sorsero edifici aristocratici, tra cui la dimora dei Pontano ed il Palazzo Comunale del ‘500. Della cinta muraria esterna, resta la porta ad arco tondo prossima alla Chiesa e Convento di San Giacomo, oggi sede del Cedrav, e quella addossata alla rinascimentale Chiesa di Santa Maria del Soccorso.
2) Immergersi tra gli affreschi della Chiesa di S.Maria Annunziata
Alla Chiesa di Santa Maria Annunziata, immette un portale del 1592 aperto sul lato sinistro dell’unica navata. All’interno, sugli altari di sinistra, scultura lignea policroma della Vergine con Bambino; tela del 1732 con San Carlo Borromeo che assiste i malati di peste; nel presbiterio, in alto, Annunciazione della prima metà del ‘600 col ritratto del committente: l’organaro Armodio Maccioni di Cerreto. Tra i bassorilievi, di scuola lombarda, che decorano il corpo centrale del cinquecentesco fonte battesimale non si possono non citare le scene raffiguranti il Battesimo di Gesù, l’Annunciazione e San Sebastiano, protettore della paste. Particolare menzione merita la tela della Madonna del Rosario, dipinta nel 1583, nella quale sono raffigurati San Domenico e Santa Caterina da Siena, una schiera di nobili e Papa Pio V, colui il quale affidò alla Vergine le sorti dei combattenti impegnati nella battaglia di Lepanto.
3) Scoprire il Museo del Ciarlatano
Protagonisti di epoche di fame, guerre, epidemie furono i celebri vagabondi cerretani, meglio noti con il termine di “Ciarlatani“, per la loro spiccata facondia e capacità di persuadere: molti degli abitanti del borgo erano specializzati nella questua in favore di istitutizoni ospedaliere e di assistenza. A partire dal sec.XV l’originaria attività di questua degenerò in comportamenti che poco avevano a che fare con l’attività benefica, sfociando nella vendita di indulgenze, a fine di lucro, e nell’esorcismo contro la peste e le malattie. Di essi monsignor Teso Pini, sul finire del ‘400, scriveva che avevano appreso la falsità, l’arte del ragiro, la furbizia e la destrezza della lingua del diavolo “lor padre e maestro”. La storia dei ciarlatani rivive oggi nell’Ecomuseo del Ciarlatano, allestito dal Cedrav e dal Comune di Cerreto di Spoleto.
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