“Il vero domicilio dell’uomo non è una casa ma la strada, e la vita stessa è un viaggio da fare a piedi.”
Bruce Chatwin
Arrone, un borgo dalle mille anime. Se ci chiedessero di riassumere in una frase la vera essenza di questo angolo di Valnerina useremmo senza ombra di dubbio queste parole. Quale sia il periodo migliore per scoprire questo scrigno di infinito bellezza? La Pasqua, indubbiamente. A tale proposito, ecco 3 cose da fare ad Arrone dal Venerdì Santo al Lunedì di Pasquetta?
1) Addentrarsi nel rione “Santa Maria”
Santa Maria corrisponde alla parte del borgo che si è sviluppata, nel corso dei secoli, al di fuori del centro fortificato de “la Terra”, intorno all’omonima Collegiata. Oggi Santa Maria rappresenta il cuore della vita arronese, data la presenza di alcune attività commerciali e della strada che collega Arrone al lago di Piediluco . Nell’addentrarsi nel rione non si può non citare la Chiesa di Santa Maria, tesoro artistico dal valore inestimabile, edificata nel XIII secolo e successivamente rimaneggiata. Il tempio presenta una facciata a quattro spioventi con tre portali (quello centrale è datato 1493) ed un campanile svettante del XVII secolo. Nell’interno, a tre navate, campeggiano una tela Cena in Emmaus attribuita a Calisto Calisti, la Madonna del Rosario realizzata dal pittore Giuseppe Bastiani nel 1609 ed alcuni cicli pittorici risalenti al del XVI secolo. Nell’abside destra sono collocati Il Padre Eterno e la Madonna della Misericordia, opera realizzata da Jacopo Siculo, mentre, in quello centrale, si trovano l’ Incoronazione della Vergine, l‘Adorazione dei pastori e la Dormitio Virginis , dipinti dalla sapiente mano di Vincenzo Tamagni e di Giovanni da Spoleto del 1516. Infine, nell’abside di sinistra, sono custodire alcune terrecotte del XVI secolo.

2) Esplorare “La terra”
“La Terra” rappresenta la parte originaria e quindi più antica del borgo di Arrone e si sviluppa sulla sommità dello sperone roccioso dove gli Arroni, primi feudatari del luogo, edificarono la rocca, le torri e le possenti mura di cinta. Per raggiungere “La Terra” è necessario salire per una ripida strada che conduce alla Porta San Giovanni, ad arco ogivale, da sempre l’ingresso all’antico castello. Sulla sommità del borgo si trova la piazza di forma allungata, che collega la torre quadrilatera alla chiesa di San Giovanni. Gli angusti vicoli e gli archi che “sorreggono” le strutture medievali del borgo lasciano spazio a magnifici scorci panoramici sui rilievi circostanti e sul fondovalle dove scorre il Nera. Particolare menzione merita la Chiesa di San Giovanni, risale al XIV – XV secolo, la quale rappresenta l’antica pieve intorno alla quale si sviluppò il borgo. Collocato in posizione panoramica, il santuario presenta una facciata a capanna ed un ’interno a navata unica con abside poligonale completamente affrescato. .

3) Fare trekking alla scoperta delle secolari miniere di Buonacquisto
Il borgo, fondato presumibilmente intorno all’880, sorge lungo l’antico camminamento che collegava il suggestivo lago di Piediluco al castello di Polino e conserva ancora oggi l’impianto medioevale tipico dei castelli della Valnerina, fortemente leggibile nell’andamento concentrico dei vicoli e delle case che costituiscono il centro storico. Sulle origini del toponimo “Buonacquisto” aleggiano due suggestive leggende, le quali però non trovano alcun riscontro da un punto di vista storico ed antropologico. Secondo la tradizione più accreditata la contessa Vannelli, signora del castello, ricevette la visita dell’imperatore Federico Barbarossa, salito al trono del Sacro Romano Impero nella primavera del 1152. Sorpreso dall’assenza di possedimenti, il sovrano chiese alla contessa come riuscisse a vivere la comunità del borgo: fu allora che la Vannelli, radunati i sudditi ed indicandoli, rispose che il “buonacquisto” del piccolo abitato fossero i sudditi stessi. Secondo un’ipotesi meno avvalorata, in seguito ad una cruenta battaglia che sancì la conquista del castello da parte di una non specificata fazione, i vincitori – stupidi dalla poverà del luogo, affermarono con tono ironico “abbiamo fatto proprio un buon acquisto“. Particolarmente importanti per lo sviluppo del borgo, furono le miniere di lignite utilizzate per l’estrazione di carburante a partire dal 1918 e per tutta la durata degli anni Cinquanta. Oggi, a tale proposito esiste un tracciato escursionistico che consente di osservare i punti di estrazione, i vecchi alloggi degli operai e l’accesso all’antica miniera.

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