“Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone” John Steinbeck
Montefranco domina, secoli or sono, l’antico camminamento che oggi prende il nome di Strada Stale Valnerina ed è collocato sulla sommità di uno sperone roccios dal quale lo sguardo abbraccia in toto la suggestiva Valle del Nera: per questo motivo il borgo è conosciuto come “il balcone della Valnerina”.Se non hai ancora programmato nulla per Pasqua e Pasquetta, ecco 3 cose che ti consigliamo di fare a Montefranco e dintorni.
1) Scoprire la Chiesa di San Pietro e Porta Spoletina
Nel cuore del borgo, che ancora oggi conserva il suo antico fascino medioevale, si cela la pittoresca chiesa di San Pietro, alla quale si accede attraverso un ingresso posto lateralmente. Il santuario, eretto nel 1753 per volere dell’Abate Lorenzo Sinibaldi – segretario sostituto presso la Fabbrica di San Pietro in Vaticano – e progettato dall’architetto Carlo Marchioni, custodisce al suo interno una preziosa cantoria lignea finemente intarsiata, su cui campeggia, solenne, l’Immacolata Concenzione realizzata dal maestro Stefano Pozzi. La facciata del tempio, elegante nella sua semplicità, ospita in bella mostra due oculi di forma circolare che fiancheggiano il portale di ingresso, sul quale è dipinta una scena di biblica ispirazione, raffigurante – presumibilmente – un episodio della vita di Cristo. Poco lontano dalla Chiesa di San Pietro, si erge la monumentale Porta Spoletina che, come suggerisce il nome, è collocata in direzione dell’antico ducato di Spoleto. La facciata interna della Porta custodisce un importante affresco, databile XVI, raffigurante la Vergine Maria tra San Francesco e San Bernardino, personaggio di grande rilievo spirituale e storico che soggiorno a Montefranco nel 1444. A poca distanza da Porta Spoletina è collocata un’epigrafe in memoria del passaggio in loco del celebre teologo senese.
2) Esplorare il sito archeologico di Monte Moro
La vetta del monte Moro si trova sul margine settentrionale del territorio di Montefranco, al confine con vicinoborgo di Ferentillo. Qui, a partire dal 1998, sono stati effettuati degli scavi archeologici che hanno portato alla luce un santuario romano, due cisterne e altri manufatti. Dalle indagini effettuate sembra certo che il sito sia stato frequentato in modo continuativo per alcuni secoli tra il IV secolo a. C. e il IV secolo d.C. (in stretta relazione con il sito archeologico del monte di Arrone), sia a scopo religioso che civile data la presenza di cisterne per lo stoccaggio dell’acqua e di derrate alimentari. Durante gli scavi sono venuti alla luce anche dei piccoli bronzetti votivi che testimoniano l’utilizzo religioso del sito fin dalle sue prime fasi di occupazione. Nella seconda fase insediativa vennero costruiti un recinto a palizzata (probabilmente con fine difensivo), una serie di edifici quadrangolari ed una nuova cisterna. Non è chiaro se la funzione religiosa sia stata mantenuta fino al termine della frequentazione del sito (databile intorno al IV secolo d.C.) ma sicuramente vi fu una evoluzione funzionale dell’area attestata dai successivi manufatti realizzati. L’abbandono dell’insediamento nell’area di monte Moro sembra essere attribuibile ad un sabotaggio dei sili presenti e dalla seguente asportazione di materiali.
3) Immergersi nella natura del Parco Fluviale del Nera
Il territorio del di Montefranco, immerso nel cuore del Parco Fluviale del Nera, ha come confini naturali la valle del torrente Tescino (ovest, nord-ovest), il fondovalle del fiume Nera (est), ed il monte Moro (nord) che – con i suoi 696 m s.l.m. – rappresenta il punto più elevato. Il paesaggio vegetale, tipicamente collinare, è caratterizzato dalla presenza, lungo i versanti più assolati, di lembi residui di macchia sub mediterranea con una discreta presenza di pino d’Aleppo, che nel corso dei secoli è stata “erosa” per far posto a sistemazioni agricole che hanno nell’olivicoltura la coltivazione prevalente. La fauna preste è quella tipica degli ambienti collinari antropizzati con volpe, chighiale, istrice e tasso che condividono le siepi ed gli angoli di macchia con uccelli passeriformi e piccoli roditori. Data la posizione di crinale del territorio, percorrendo le strade principali o le carrarecce che solcano i dolci colli, sovente si aprono scorci magnifici sulla Valnerina ternana, dalla Cascata delle Marmore alle vette del monte Aspra e del monte la Pelosa.
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