L’aglio nel mondo antico
L’allium sativum, comunemente conosciuto come aglio, è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Liliacee, originaria dell’Asia Centrale. Il bulbo è formato da circa dieci bulbilli – “spicchi” nel linguaggio domestico – avvolti in tuniche secche. La pianta presenta uno scapo afillo di forma cilindrica, foglie lineari e frutti a capsula membranacea. Sebbene la medicina erboristica sia sempre argomento di difficile trattazione, per farsi un’idea dell’importanza di questa pianta, non sarà del tutto inutile passare in rassegna una delle molteplici virtù attribuite all’aglio dai Romani. A questo scopo, abbiamo scelto come guida autorevole Plinio il Vecchio che condensa il sapere medico e quello dei suoi tempi: “Grande è la forza dell’aglio, grande la sua efficacia contro i disturbi prodotti dai cambiamenti d’acqua e di luogo. Col suo odore scaccia i serpenti e gli scorpioni e, come alcuni hanno detto, tutte le bestie dannose. Guarisce i loro morsi sia mescolato alle bevande, sia ingerito ed applicato.”

L’aglio e il “breve”
Tra i contadini della Valnerina, fuori dagli impieghi strettamente medicinali, l’uso dell’aglio appare limitato ai “brevi”: i sacchetti talismano che si portavano appesi al collo, o cuciti alla camicia.A tale proposito è doveroso specificare che la preistoria del “breve” è da ricercare indietro nel tempo, fino alle origini più remote della specie umana, negli oggetti-amuleto (perlopiù pietre e denti) portati al collo dai cacciatori. In tutta la Valnerina, nel “breve” – o sacchettucciu – appeso al collo dei bambini, oltre all’immagine sacra raffigurante Santa Rita da Cascia, si usava mettere una mollica di pane, uno spicchio d’aglio ed una foglia di ulivo benedetto. In questo caso, elementi della religione ufficiale (l’ulivo benedetto) si mescolano ad elementi tipici del pensiero magico, come la mollica di pane, (propiziatoria d’abbondanza) e l’aglio, rimedio sovrano contro la fascinazione e le stregonerie.

Un rimedio contro i vermi intestinali
Un possibile impiego del “breve” , interpretabile da una prospettiva non strettamente medica, consiste nell’appendere al collo degli infanti spicchi d’aglio per combattere i parassiti intestinali. In questo caso, l’efficacia terapeutica è attribuita al suo odore ed alla repulsione che i vermi hanno nei suoi confronti. Non è comunque difficile intravedere, in questa presenza che prescinde dal contatto diretto, una finalità apotropaica: il verme, che provoca il deperimento organico dei bambini, è assimilato alle forze malefiche che attentano alla vita indifesa ed alle streghe che succhiano il sangue dei bambini dormienti. E, come è efficace nel proteggere contro le energie negative, così l’aglio risulta efficace nella protezione contro i vermi, ipostasi minori ma non meno insidiose e dannose dei serpenti.

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