La tradizione dello stigma che segnò la fronte di Rita con una spina della corona del Crocefisso è antica. Nella pitture della Cassa Solenne, datate 1457, Rita compare due volte con lo stigma: nello spiovente anteriore che la raffigura giacente e nel lato sinistro anteriore dove la Santa degli Impossibili, alla sinistra del Risorto, mostra nella destra la lunga spina che le ha procurato una piaga sanguinosa. L’epitaffio, in oltre, recita : << XV anni la spina patisti>>. Un riquadro della “Tela Antiquissima” presentava Rita, inginocchiata dinanzi al Crocefisso con le mani giunte, un libro aperto dinanzi ad essa ed una ferita sanguinante sulla fronte.

La Cassa Solenne risale agli anni 1457-1462. Secondo alcune testimonianze processuali del 1626, molto attendibili, è stata realizzata (con ogni probabilità, commissionata) da Mastro Cecco Barbari da Cascia che, storpio alle mani, viene guarito visitando il corpo della santa.
Durante il processo di beatificazione, i giudici esaminarono, nel convento di Santa Maria Maddalena, a destra dell’entrata, un ritratto che raffigura Rita da Cascia con una ferita sanguinante nell’atto di rivolgersi a Dio con le mani giunte, mentre pronuncia queste parole : << Spina spes gloriae>>, la spina speranza di gloria. L’iscrizione apposta al piede del dipinto recitava: <<La Beata Rita da Cascia divenne in vita partecipe della Passione di Cristo, sopportò una delle sue spine. Brillando per molti miracoli, diventa di giorno in giorno di luce più viva.>> Nel Breve Racconto si legge che Rita, meditando sulla Passione di Cristo, in seguito all’ascolto di un sermone quaresimale, si sentì così commossa che desiderò intensamente di poter essere resa partecipe dei tormenti del Signore. Ritiratasi nella sua cella, gettatasi ai piedi di un Crocifisso, piangendo amaramente supplicò Gesù di renderla partecipa almeno di una piccola parte delle sue pene. Avvenne allora un miracolo singolare: una delle spine della corona le ferì la fronte con tanta violenza che Rita portò quella piaga fino alla morte.

Il Monastero di Santa Rita da Cascia, ubicato nella parte alta della Città e adiacente la Basilica di Santa Rita, è parte dei luoghi spirituali dedicati a Rita e riceve turisti provenienti da ogni parte del mondo.
Qual era il Crocifisso dello stigma? Al visitatore del Monastero, oggi, viene mostrato un affresco che non ha nulla a che fare con l’originale, dato che doveva trattarsi non di un affresco, ma d’un Crocefisso ligneo, trasportabile, che era appeso nella cella di Rita, o appoggiato al suo scrittoio. Ricostruzioni storiche a parte, quel che è certo, è che la Santa degli Impossibili per il resto della sua vita a causa di quello stigma, patì atroci sofferenze. La piaga, inoltre, si inverminava ed, emanando fetore, la costringeva a stare lontana dalla consorelle. Una sola volta la feritasi richiuse: in occasione di un pellegrinaggio a cui Rita partecipò assieme alle altre monache del Monastero.
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Da vedere:
- La Basilica di Santa Rita;
- Il Monastero;
- La Basilica Inferiore;
- La Chiesa di Sant’Agostino;
- Roccaporena di Cascia;
Nelle vicinanze:
- Norcia, la Città dei Santi Benedetto e Scolastica;
- Monteleone di Spoleto ed il Museo della Biga;
- Poggiodomo, la Terra del Cardinale;
Itinerari suggeriti:
- Cascia – Alla scoperta dei tesori Nascosti della Città di Santa Rita;
- Il Sentiero di Santa Rita;
- Cascia, la Città di Santa Rita – Itinerari e luoghi dell`arte in Valnerina;
- Da Cascia a Roccaporena: nei luoghi di Santa Rita;
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