Tra gli ultimi giorni di settembre – comunque non prima delle festività in onore di San Michele Arcangelo – ed i primi giorni d’ottobre dalle vette della Valnerina partiva la transumanza, quella che, nella tipologia di Deplancques è detta “piccola transumanza inversa”, la quale dalla montagna si dirige verso la pianura. Questa transumanza invernale interessava sopratutto i piccoli proprietari della montagna. Oggi, anche questo tipo di transumanza è praticamente scomparso perchè la consistente riduzione del numero dei capi di bestiame nin giustifica più il lungo trasferimento necessario per raggiungere la Maremma o la Campagna Romana.
Il piccolo proprietario di montagna – detto in gergo “moscetto” – che possedeva un numero superiore di capi (in genere fino a 500) era costretto a fari discendere le pecore in pianura. Il periodo della transumanza inversa, che iniziava in corrispondenza delle celebrazioni in onore di San Michele Arcangelo, terminava con le feste patronali di San Giovanni Battista e si svolgeva in due diverse direzioni: la Campagna Romana ed il Viterbese.
I pastori che si recavano nella Campagna Romana, passando per Triponzo, oppure attraversando l’altipiano leonessano e passando per Albaneto e Posta, raggiungevano la piana reatina e, da lì, seguendo il tracciato della Salaria, giungevano presso la Campagna Romana mentre agli allevatori che sceglievano il Viterbese generalmente partivano dal Monte Aspra per poi raggiungere Ferentillo, Narni ed Orte. In autunno, o tardo autunno, a seconda delle zone, partiva anche la”transumanza locale” che interessava greggi composte da non oltre i 250 capi e, dalla montagna, si dirigeva verso i pascoli delle zone collinari, o delle pianure locali dove il clima era più mite e maggiore era la disponibilità di forafggio spontaneo. La transumanza locale imponeva, solitamente, spostamenti di qualche decide di chilometri per via delle terre intensamente coltivate.
Durante la transumanza per curare le pecore dal “mal di sangue” – un’alterazione provocata, si credeva, dal sole del tramonto – si usava colpire le orecchie delle bestie con una verga di rosa canina in modo che fuoriuscissero le gocce di sangue. Il sanguinamento artificiale fa parte delle vecchie tecniche di salassa tendenti ad eliminare, col sangue infetto, le cause della malattia. L’uso della verga di rosa canina è motivato dallo speciale prestigi di cui gode questa pianta coi rami della quale sarebbe stata intrecciata la corona di spine di Gesù.
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