Il tema artistico delle Madonne del Latte, appartenente al ciclo della maternità della Vergine, ha origine nell’ambiente religioso copto, da cui si diffuse nel mondo bizantino. A Roma, il primo esempio di Madonna del Latte compare nelle catacombe di Santa Priscilla ed è probabile che le prime immagini delle Vergini allattanti siano state introdotte in Valnerina dai monaci siriani, gli stessi che vi fondarono i primi monasteri ed i primi eremi. Oltre che alla funzione della maternità, l’allattamento rimanda al simbolismo della parola di Dio come nutrimento dello spirito: << come bambini appena nati, bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza>>. In questo senso, la Madonna del Latte esprime la funzione di Sedes Sapientae, propria della Vergine.

Il culto della Vergine Maria è particolarmente sentito in Valnerina, tant’è che l’iconografia mariana rappresenta un apparato pittorico presente in ogni tempio del comprensorio.
La Madonna della Stella – una delle più celebri e venerate immagini mariane della Valnerina affrescata presso l’Eremo omonimo – appartiene a questa tipologia. Il nome attribuito dal popolo all’immagine quattrocentesca, deriva dalla decorazione del manto cosparso di stelle la cui presenza, che spesso accompagna l’iconografia della Vergine, non è causale: gli astri che, nelle icone bizantine, ornano il maphorium – il corto mantello che copre il capo e giunge fino alle ginocchia – simboleggiano la verginità perpetua di Maria.

Le vicende storiche dell`Eremo della Madonna della Stella risalgono al secolo VIII quando, alla confluenza di Valle Noce e Valle Marta, lungo gli antichi itinerari che, provenienti da Leonessa e Cascia, confluivano verso il Gastaldato Pontano e quindi verso Spoleto.
L’iconografia sacra che raffigura le Vergini del Latte risulta ampiamente diffusa in tutta la Valnerina. A Santa Anatolia di Narco, presso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, dimora una monumentale rappresentazione della Madonna raffigurata nell’atto di allattare il Bambino che, a dispetto della sua fragilità di neonato, regge in mano la sfera crociata, simbolo di potere imperiale.

In origine la Chiesa di Santa Maria delle Grazie era un`edicola campestre con affreschi umbri di influsso senese (1416 circa)
Nella Madonna del Latte affrescata nella Chiesa di Vallo di Nera, il Cristo non è rappresentato come poppante ma nell’atto di benedire mentre, con la mano sinistra, sostiene il seno destro della Vergine, quasi a mostrarlo ai fedeli, a significare che quel latte non è servito solo per il suo nutrimento materiale, ma è destinato al sostentamento spirituale di tutta la Chiesa e di tutti i suoi figli.

La Chiesa di Santa Maria Assunta è situata a Vallo di Nera, adiacente le mura di cinta del borgo. Risalente all’epoca imperiale, agli inizi del Trecento, passò ai Minori Conventuali.
Dalla Chiesa di Sant’Antonio, ubicata tra le mura medioevali di Monteleone di Spoleto, proviene un’immagine ieratica – suggestiva nella sua semplicità – della Madonna del Latte. Qui i colori dominanti sono due: il blu per la veste ed il manto di Maria e il rosso per la veste di Gesù.
Nella Chiesa dell’Eremita di Piedipaterno era custodita l’immagine lignea della Madonna nell’atto di allattare il figlio, conosciuta popolarmente col nome di “Madonna della Romita”. La Vergine, seduta in trono, sostiene con una mano il seno mentre con l’altra tiene il figlio, seduto sulla sua gamba sinistra. La Vergine porta in capo la corona ed è avvolta da un manto ricoperto di foglia d’oro mentre dall’apertura del manto, sul petto e sul’addome, s’intravede la tunica azzurra.

Si tratta di un edificio sacro con cripta e monastero annesso. Nell`insieme la Chiesa dell`Eremita con la sua cripta costituiscono un organismo architettonico molto raro e, nella zona, unico.
Il tema dell’allattamento compare in una vecchia formula natalizia, da Piedipaterno, nella quale è sbozzata una fresca immagine della Sacra Famiglia: Maria è intenta a filare, Giuseppe l’aiuta a dipanare la matasse ed il bambino rompe il silenzio col suo vagire tendendo le mani al seno materno.

Paterno sì può considerare inserito in un “sistema” territoriale, costituitesi tra i secoli XI e XIV, di cui fanno parte il castello, la pieve (San Giusto), il borgo (Piedipaterno) e un insediamento monastico.
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Da vedere:
- L’Eremo della Madonna della Stella;
- La Chiesa di Santa Maria delle Grazie;
- Il Borgo di Vallo di Nera;
- L’Antico Insediamento di Piedipaterno;
- La Chiesa di Sant’Antonio;
Nei dintorni:
- Cascia, la Città di Santa Rita;
- Preci, il Paese dei Chirgurghi;
- Scheggino, il Diamante Nero della Valnerina;
- Poggiodomo, la Terra del Cardinale;
- Postignano, un Castello all’Orizzonte;
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