Sole, o usate nella preparazione dei dolci, le noci svolgono ancora un ruolo importante nei festeggiamenti natalizi, come nell’antica Roma, dove, in quanto simbolo di abbondanza e fecondità, erano considerate ingredienti indispensabili nella celebrazione dei Saturnali, che avevano luogo nel periodo compreso tra il 17 ed il 23 dicembre. Si trattava delle “saturnales nuces”, offerte in dono, oppure utilizzare per giocare. La presenza delle noci nei Saturnali si spiega tenendo presente l’ambito specifico di quel periodo che conchiude il ciclo dell’anno. Alle fine del ciclo, l’ordine consueto vigente nel cosmo e nella società cessa di esistere: il giorno più breve e la notte più lunga sembrano far retrocedere il mondo alla tenebre del caos primigenio, in attesa di una nuova cosmogonia. In quest’ambito simbolico, donare delle noci e giocare al gioco delle noci ha un suo preciso significato: rappresenta, per gli adulti, un ritorno all’infanzia.

Le noci sono una buona fonte di antiossidanti e sostanze fitochimiche ritenute importanti ai fini della riduzione del colesterolo e del rischio di malattie cardiache.
La relazione noci – fanciulli era così stretta che l’espressione “nuces delinquere”, lasciare il gioco delle noci, era usata per significare che non si era più degli adolescenti. A tale proposito è necessario tener presente un altro valore simbolico: i Saturnali celebrano Saturno come sovrano dell’età dell’oro. Celebrano il ricordo del suo arrivo quando, scacciato dall’Olimpo, era approdato nel Lazio e, accolto da Giano, aveva condiviso con lui il regno. Nell’età dell’oro, prima che Saturno insegnasse agli uomini a lavorare la terra, vigeva la raccolta dei frutti: tra di essi, oltre alle rustiche ghiande eduli, vi erano in primo luogo noci e nocciole, dotate di un altissimo potere nutritivo. Mangiare noci, dunque, e così pure donarle e giocare con esse in occasione dei Saturnali, rappresentava, da questa prospettiva, un ritorno all’età dell’oro cui alludeva la temporanea abolizione delle disparità sociali, l’astensione dal lavoro, l’ozio spensierato allietato dal gioco, dalle trasgressioni amorose e dall’abbondanza di cibo.

La noce è l’unico frutto a guscio che contiene quantità elevate di acidi grassi omega-3, il che lo rende ottimo non solo per il sistema cardiocircolatorio, ma anche per farsi i muscoli e smaltire grasso.
Tornando all’associazione tra noci e solstizio d’inverno, ancora oggi, nella tradizionale preparazione del “pangiallo” natalizio, oltre al miele ed alla farina di frumento, si usano noci e nocciole. Non bisogna comunque dimenticare la valenza “infera” associate alle noci, controparte delle qualità positive della pianta e dei frutti. Infatti, oltre ad alludere al ritorno all’età dell’oro, i Saturnali si concludevano con la celebrazione della festa degli antenati.
Dopo questa doverosa premessa, scopriamo come preparare il tradizionale “pangiallo della Valnerina”, dolce particolarmente diffuso nei territorio di Poggiodomo e Vallo di Nera:
Ingredienti:
- 200 gr di mandorle pelate;
- 200 gr di noci;
- 200 gr di nocciole pelate;
- 100 gr di pinoli;
- 100 gr di canditi;
- 300 gr di uva passa;
- 200 gr di farina;
- 200 gr di miele;
- 150 gr di cioccolato;
- buccia di una arancia e di un limone grattata;
Per la glassa:
- 2 cucchiai di farina;
- 2 cucchiai di olio;
- 1 bustina di zafferano;
- acqua q.b.;
Procedimento:
- Riscaldate il miele in un pentolino fino a renderlo liquido, unendo la buccia dell’arancio e del limone.
- Mettete l’uva passa a bagno per circa 30 minuti.
- Tritate grossolanamente la frutta secca e riunitela in una ciotola con i canditi, l’uva passa strizzata e il cioccolato tritato.
- Aggiungete il miele e mescolate. Quindi aggiungete la farina a poco a poco e mescolate bene fino a far diventare il tutto compatto.
- Con le mani infarinate formate con il composto quattro panetti e metteteli su una placca da forno a riposare per un paio d’ore.
- Preparate la glassa mettendo in un pentolino a scaldare la farina, l’olio e lo zafferano sciolto in un pò di acqua. Aggiungete altra acqua per formare una pastella fluida con cui spennellare i panetti.
- Infornate a 180° per 40 minuti fino a quando non si sarà formata una crosticina sopra il panetto.
- Potete rendere il pangiallo ancora più ricco aggiungendo all’impasto anche fichi secchi e pistacchi. In questo caso equilibrate le dosi diminuendo le quantità della frutta secca.