Dolomiti o Appennino?
Ussita e il suo territorio rappresentano l’immagine della montagna appenninica nella sua massima espressione. I rilievi che si trovano in questa area non hanno i profili dei monti della media Valnerina a “pieghe e faglie”, ma somigliano più agli scoscesi e rocciosi rilievi dolomitici, come nel caso del monte Bove che domina l’orizzonte. In questo contesto ambientale s’inserisce l’agglomerato di dodici frazioni posto in un’assolata conca lungo il torrente Ussita che da esso prende il nome.
Lungo i sentieri dei Longobardi
Lungo le tre vallate che convergono nell’ampia conca ussitana sono disposti i piccoli centri che compongono questo ecosistema umano di antichissime origini, come testimoniano i reperti trovati nella val di Panico. In queste valli, civilizzate dai monaci benedettini al tempo dei Longobardi, transitavano persone e merci dirette ai centri del versante adriatico dei monti Sibillini, lungo vie di comunicazione un tempo presidiate da fortificazioni, torri e castelli come quel Castelfantellino che sorge in posizione strategica ai piedi del Monte Bove. Ma quante curiosità sull’Appennino si possono scoprire esplorando Ussita?
Sulle orme del Cardinale Pietro Gasparri
Soprattutto a partire dal XIII secolo, Ussita ha condiviso gli eventi storici e politici di Visso, per il quale ha rappresentato un avamposto strategico ed un alleato affidabile. Forse grazie a questa vicinanza geografica e politica, le sue chiese sono state nobilitate dal lavoro del maggiore pittore vissano, quel Paolo da Visso che ha lasciato la sua “impronta” in molti edifici della “Valnerina marchigiana”. In queste terre è nato ed è seppellito il Cardinale Pietro Gasparri che fu Segretario di stato della Santa Sede e condusse in porto i Patti lateranensi e che, non dimenticando mai le sue origini, ha lasciato molte tracce del suo mecenatismo tra queste valli.
Un paradiso per gli amanti degli sport invernali
Ussita è la stazione per gli sport invernali più importante dell’Appennino umbro – marchigiano con le sue molte piste di sci alpino, la seggiovia e gli impianti di risalita. Ma questo territorio è anche una delle aree di maggior pregio naturalistico e paesaggistico del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che attrae sportivi e villeggianti tra le sue verdi valli e le vette affilate. Esplorando Ussita è possibile immergersi anima e corpo nella storia e nella natura di questa estrema propaggine della Valnerina.
Tra i valloni del selvaggio Appennino
Dalla dorsale dei Sibillini nascono alcuni corsi d’acqua che hanno scavato le profonde valli del territorio ussitano: quella glaciale delle sorgenti di Panico che prosegue nel torrente Ussita, il vallone dei fossi di Bove e Selvapiana, quella di Vallestretta , in parte quelle del fiume Nera (versante umbro) e del Rio Sacro (versante adriatico).La vegetazione arborea di questo territorio è caratterizzata dalla classica successione appenninica con estesi boschi di conifere da rimboschimento che rappresentano ormai un elemento omogeneo del paesaggio.
Esplorando Ussita per un weekend all’insegna dello sport e della natura
Le cime e le pareti rocciose ospitano una vegetazione rada caratterizzata da specie che resistono alle basse temperature e ai forti innevamenti invernali. Alcuni “relitti glaciali” vivono nelle aree sommitali intorno a quota duemila, come, tra gli altri, il fringuello alpino, il camoscio appenninico, la coturnice e la stella alpina appenninica che cresce nelle aree sassose delle praterie primarie. In questo comprensorio sono molte le attività outdoor che possono essere praticate tra le quali lo sci alpino in inverno, l’escursionismo lungo i sentieri dei Monti Sibillini, l’arrampicata su roccia, il canyoning e da alcuni anni anche il downhill in mountain bike grazie alla seggiovia di Selvapiana, aperta anche nel periodo estivo.
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