E se il vaccino contro il coronavirus fosse la bellezza della Valnerina?

“La bellezza salverà il mondo”, scriveva Fedor Dostoevskij in una delle sue più celebri fatiche letterarie. Era il 1867 quando lo scrittore russo, dopo due interminabili anni di gestazione, appose la sua firma su uno dei romanzi passati agli annali della letteratura russa : l’Idiota. E se è vero che la bellezza salverà il mondo, sta al mondo salvare la bellezza. Sì, vogliamo concederci la licenza poetica di dissacrare uno degli aforismi più in voga nel XXI secolo, riadattandolo al disorientamento generale di queste ultime settimane. Non c’è nulla, al pari della bellezza, che possa sopravvivere ai secoli ed all’oblio della memoria, che possa trasformarsi in un qualcosa di universale capace di trascendere tempo e spazio.

“L’Idiota”, copertina.

Che la bellezza non sia solamente una questione soggettiva ce lo testimoniano anche le ricerche del dottor Semir Zeki, precursore e pioniere della Neuroestetica, scienza che studia i meccanismi biologici alla base della percezione estetica. Che si tratti di uno scorcio, di un qualunque affresco, di una pala d’altare, di una torre medioevale o di un santuario, quando osserviamo un qualcosa di esteticamente bella stiamo entrando in empatia, a livello celebrale, con la mano di chi ha ne ha plasmato la forma, oltre ogni connotazione spazio-temporale. Ed è altrettanto provato, più sul piano emotivo che su quello scientifico, che non esiste virus, malanno di stagione o pandemia in grado di offuscare la bellezza del mondo.

In Italia, nel 1995, i neurobiologici Lamberto Maffei ed Adriana Fiorentini hanno redatto il primo volume esplicitamente dedicato alla relazione tra arte e cervello,

Presente e passato che si integrano senza alcuna soluzione di continuità, l’armonica bellezza della natura, la quiete dei piccoli borghi, la misura umana della vita semplice si fondono e regalano al visitatore immagini indimenticabili, sempre ricche di profondità non solo sul piano esclusivamente estetico. Percorrendo un itinerario che tocchi le città in cui santi, pittori ,cavalieri ed eremiti hanno vissuto lasciando importanti testimonianze, è possibile ammirare le imponente opere architettoniche ed artistiche a loro dedicate comprendendo quanto il loro passaggio sia stato significativo per chi ha avuto il privilegio di conoscerli ed apprezzarli. E’ allora possibile percepire la magica essenza di questi luoghi e comprendere perché spiritualità, natura, arte, tradizioni e bellezza abbiano trovato in Valnerina naturali radici.

Valnerina, terra di borghi e scorci mozzafiato. Nella foto, la città Preci.

Restando in tema di citazioni illustri e di bellezza, assorti nello scrivere questo articolo, ci siamo ritrovati a scorrere alcune vecchie fotogallery del nostro sito, vecchie per data di scatto ma estremamente recenti per emozioni e suggestioni. Osservando gli scorci del Pian di Chiavano, di Castelluccio di Norcia e della Valle del Nera che da Cerreto di Spoleto scorre sino a Scheggino, abbiamo ripensato, in maniera straordinariamente inattesa, ai libri di storia dell’arte che hanno accompagnato la nostra formazione. E come un lampo, un nome è balzato alla mente: Pierre-Auguste Renoir, artista francese considerato come la sublimazione espressiva dell’Impressionismo d’Oltralpe.

Vallo di Nera, borgo Bandiera Arancione del Touring Club (scatto panoramico).

Il perchè? Perché i paesaggi di questo angolo di Umbria ricordano incredibilmente, la centralità paesaggistica dei pittori impressionisti, la supremazia del colore rispetto alle forme, la continua ricerca dell’emozione come fonte di ispirazione e di bellezza. E, fu proprio Renoir, nella sontuosa dimora dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, a scrivere : “il dolore passa, la bellezza resta”. Un pugno di parole che oggi, come non mai, è divenuto un vero e proprio mantra per chi ha scelto di vivere in Valnerina e di Valnerina, uno slogan capace di unire tutti coloro che hanno saputo preservare il fascino più arcaico di questo coriandolo di Umbria: dai cavatori di tartufo ai mastri norcini, passando per guide escursionistiche e per le comunità religiose del territorio, per gli albergatori e gli imprenditori dell’agroalimentare, per gli allevatori e gli artigiani, per i ristoratori e i commercianti.

Castelluccio di Norcia, una vera e propria tela dipinta nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini

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