Il tema della Gloria, in modo moderno e in forma squisitamente simbolica, è riproposto attraverso suggestive linee architettoniche, colori e figure nella cupola della Basilica di Santa Rita a Cascia. Al centro della cupola, l’azzurro che campisce il cerchio, simbolo dell’infinito, trasfigura nell’abbacinante candore del cerchio interno, simbolo del Padre, nella cui circonferenza cerulea si libra leggera una Colomba. Il cerchio è inscritto nell’ottagono, raffigurazione geometrica che rimanda al Cristo ed alla Redenzione, dai cui lati erompono accecanti fasci di luce che si dissolvono nella sublimazione del corpo e dello spirito. La composizione centrale, circoscritta dall’ottagono cristico, delimita la dimensione del Divino tracciando l’iconografia festosa di un’ umanità divenuta partecipe della gloria celeste: la Chiesa Trionfante, qui rappresentata da figure di santi e sante dell’Ordine Agostiniano, la schola spirituale in cui Rita forgiò la propria anima consacrandola all’eternità dello Spirito.

Cuore spirituale della città di Cascia, la Basilica di Santa Rita. Eretta per custodire il corpo della Santa, la struttura risale ai primi anni ’30 del Novecento per opera del cardinale Enrico Gasparri, fu poi consacrata nel 1947 ed eletta a Basilica nel 1955 sotto il pontificato di Pio XII. Si accede ad essa attraverso i vicoli storici della città o per mezzo del lungo viale porticato che le fa da cornice.
L’organizzazione spaziale del Santuario di S.Rita, con le quattro cappelle disposte all’estremità degli assi d’una croce ideale , gravita attorno al corpo centrale del Tempio, sormontato dalla cupola nel cui clipeo luminoso si libra armoniosamente il battito d’ali di una candida colomba. La prima cappella, che eleva il fedele alla contemplazione dell’Eterno e dipinta da Silvio Consadori (1956), è dedicata alle storie del Cristo, culminate nell’atrocità del supplizio rievocato dalla drammaturgia della Passione attraverso lacrime di sangue e di colore lavico.

L’idea di edificare una Basilica in onore di Santa Rita fu già di P. Possidio Marabottini (1925), fondatore e direttore del bollettino “Dalle api alle rose” su cui, nel venticinquesimo anniversario di canonizzazione della Santa, scriveva: « Formuliamo il voto solenne di volere edificare un tempio in Cascia (…) e formare un santuario degno di quella grande Eroina, potente presso il cuore di Dio». Favorevole al progetto Madre Maria Teresa Fasce di cui oggi è conservato il corpo nella Basilica Inferiore, insieme con le reliquie del Beato Simone Fidati, entrambi personaggi molto attivi nella sfera spirituale e culturale di Cascia.
Antistante al vestibolo d’ingresso che conduce nelle viscere del Tempio si erge la cappella dedicata al Santissimo la cui volta,affrescata da Luigi Filocamo (1950) con l’Ultima Cena e scene tratte dell’Antico Testamento, si apre sul presbiterio in cui Giacomo Manzù (1981) profuse i bronzi tesori del suo genio che oggi, avvolti nel misticismo dell’Eterno, percorrono le linee di un monumentale tabernacolo ovoide simbolo della Resurrezione, protetto da tralci di vite su cui aleggiano aliti di nivee colombe. L’altare, scolpito su viti ritorte, traccia nell’incedere di sottili volute simbologia ed orizzonti dell’Infinito Cosmico , custodito dall’elsa eterea di un crocifisso dai bracci scolpiti in foglie d’ulivo, allegoria della pace siglata tra Dio e Uomo attraverso il sangue amaro del Cristo Morto.

Rilevante importanza assume il presbiterio, realizzato da Giacomo Manzù (1981) in cui dominano i motivi della riconciliazione, della pace e del perdono, ideali a cui Rita dedicò tutta la sua vita.
Sul tamburo dell’abside, vestibolo d’ingresso nella meditazione del Tempio, campeggiano eufonici ritratti di Santi Agostiniani i cui sguardi amorevoli si perdono nel turchese cristallino dell’ apoteosi celeste della Vergine Maria, ascesa al trono dell’Eterno tra gli incensi dello Spirito e della Contemplazione.

Precedentemente, il corpo di Rita venne conservato in un sarcofago di legno dipinto, poi in una sontuosa urna barocca fino al 1930, anno in cui il corpo fu deposto nell’attuale urna di cristallo. All’interno del Monastero, nella cella che fu di Santa Rita, si trova la Cassa Solenne, sarcofago di valore inestimabile.
La chiave di volta su cui orbitano i volumi lapidei del monumentale Santuario Ritiano è lo Spirito Santo, fonte di Vita, Amore e Sapienza. Il Figlio, nella sua umana vicenda, è presente nella cappella d’entrata mentre in quella del Santissimo è raffigurato nell’eterna gloria del Padre, coincidentia oppositorum in cui l’etereo compenetra l’effimero. Ancorato alla verticalità siderea delle sfere celesti l’asse trasversale del tempio cruciforme è consacrato alla donna: a Maria – archetipo di Madre e di advocata– e a Rita, perfetta madre sulla terra e sposa in cielo di Cristo.

La Basilica di Santa Rita ha uno schema architettonico a croce greca absidata sormontata da una cupola ottagonale. Di maestosa bellezza la facciata compresa tra due alte torri, anch’esse ottagone, terminanti in cuspidi rivestite di rame. Il fregio accoglie i pellegrini recitando: “Salve Rita, colma d’amore, sposa di Cristo dolorosa, tu dalle spine del Salvatore bella nascesti come rosa”.
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Da vedere:
- La Basilica di Santa Rita;
- Il Monastero;
- La Basilica Inferiore;
- La Chiesa di Sant’Agostino;
- Roccaporena di Cascia;
Nelle vicinanze:
- Norcia, la Città dei Santi Benedetto e Scolastica;
- Monteleone di Spoleto ed il Museo della Biga;
- Poggiodomo, la Terra del Cardinale;
Itinerari suggeriti:
- Cascia – Alla scoperta dei tesori Nascosti della Città di Santa Rita;
- Il Sentiero di Santa Rita;
- Cascia, la Città di Santa Rita – Itinerari e luoghi dell`arte in Valnerina;
- Da Cascia a Roccaporena: nei luoghi di Santa Rita;
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