1) La Flagellazione del Cristo, quando il pathos delle Sacre Scritture si trasforma in armonia cromatica
La flagellazione, lo scherno mediante quel paludamento da burla, l’esibizione dell’uomo grondante sangue, nelle intenzioni di Pilato, avrebbero dovuto placare l’ira del popolaccio. Il magistrato, purtroppo, non conosceva fino in fondo la natura ed i confini di quell’ira. Non v’è tema, nell’arte sacra, più rappresentato: dalle pareti delle abbazie o dalle absidi delle chiesuole campestri, nelle edicole solitarie che vegliano sul grano o sulle viti, dipinto o scolpito da celebri artisti o da umili ed ignoti artigiani. Nel Cristo alla Colonna del Consadori – collocato all’interno della Basilica di Santa Rita – il nerboruto carnefice è intento all’opera. Stravolto dalla furia e dall’odio, perdute le fattezze umane, il suo sembiante ha assunto un ghigno demoniaco: è il volto della creatura che il peccato ha privato della grazia. In realtà, non è quell’uomo a flagellare l’Innocente: è il Maligno. Tra il carnefice ed il Cristo, una donna si copre gli occhi: forse è Maria, o la sposa di Pilato che, in un sogno premonitore, aveva intuito il significato e la portata di quell’ignobile trattamento.
2) “Pie donne ai piedi del Calvario”, un messaggio universale di speranza
Alle spalle del gruppo, la mole ferrigna e spoglia del Calvario. Uomini e donne, stretti assieme dallo stesso dolore, discendono le balze fatali del monte su cui è stato appena celebrato l’atto supremo del dramma della Redenzione. Fedele alla sua promessa, Dio è morto per amore dei suoi figli. Al centro dell’opera, la Madre s’appoggia alla Maddalena che le cinge le spalle stringendole la mano. L’ampio manto azzurro della Vergine è gettato a coprire la meretrice redenta, l’unica senza manto e a capo scoperto. E’ ben visibile un’ampia porzione della tunica dell’antica peccatrice, scarlatta come le passioni a cui costei ha ceduto in passato. Maria e la Maddalena sono sotto lo stesso manto: amore sacro e carnalità che pentimento e fede hanno trasformato in fiamma di vita. Un messaggio valido per ognuno di noi e che a ognuno disserra le porte alla speranza. Anche quest’opera è custodita nella Basilica di Santa Rita a Cascia.
3) Arcobaleni di colori: la Madonna con Bambino
Seguendo l’antica tradizione delle icone bizantine, la Vergine – raffigurata nella Chiesa di Sant’Agostino a Cascia – mostra al fedele il suo volto dai nobili lineamenti, coi lunghi occhi castani, soffusi di tenera malinconia. Maria ed il Bambino sono inquadrati dai colori tradizionali delle antiche immagini mariane: il rosso della tunica, l’azzurro cupo del manto, il bianco del velo. Colori allusivi al sangue dell’Agnello che vanifica il veleno dell’antico Drago, al mistero occulto della mente del Padre e successivamente svelato dal Figlio, alla purezza di quella madre fanciulla immune dalla colpa di origine perché in lei si compisse l’Avvento ed attraverso di lei la Redenzione. La stella sulla spalla esprime purezza: nelle icone greche, Maria reca tre stelle sulla testa e sulle spalle, segno delle sua verginità prima, durante e dopo il parto.
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