Esempi di “pediatria tradizionale”
In Valnerina, per preparare il bambino a muovere i primi passi, si usava bagnargli le gambe col vino tiepido, o freddo: si credeva, infatti, che il vino potesse contribuire a fortificarle. In alternativa, la tradizione consigliava di lavare gli arti inferiori del neonato con vino mescolato all’acqua di cottura delle fave. Quest’ultimo dettaglio – l’uso delle fave per dar forza ai bambini – riporta molto indietro nel tempo, fino alla Roma delle origini. In quegli anni, alla dea che garantiva l’accrescimento degli infanti, tale Carna, venivano dedicate le calende di giugno, detto “kalendae fabariae”, ossia delle fave. Tale nome nasceva dalla ricetta della focaccia rituale, detta “puls fabata”, la quale doveva essere preparata con fave fresche.
I primi passi,quando venivano mossi?
In Umbria, secondo gli anziani, si aiutava il bambino a muovere i primi passi in coincidenza di un momento liturgico significativo, quale il Natale, l’Epifania e la Pasqua. Ovunque, in Valnerina, le madri attendevano soprattutto la mattina di Pasqua per togliere le fasce ai bambini e, sorreggendoli, li invitavano a camminare nell’esatto momento in cui le campane annunciavano la Resurrezione.
….Oh Santa Pupa!
A proposito dei primi passi e dei pericoli rappresentanti da possibili cadute, la devozione popolare aveva inventato una santa apposita che deriva il proprio nome dal latino pupa: “bambola”. Santa Pupa era delegata a proteggere i bimbi evitando cadute rovinose o addirittura letali. Quando un bambino, ad esempio, ruzzolava giù per le scale e si rialzava senza graffio alcuno, gli si diceva, come un complimento: ” T’ha ‘iutato Santa Pupa!”.
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