Nella quotidiana intimità d’una stanza, una fanciulla, messa da parte la cesta del cucito, sta pregando. Percorsa da un brivido, si volge: il maestoso messaggero, le vesti gonfie di vento, indica lo splendore ha dissolto il vecchio soffitto di travi ed ha in mano in candido giglio, simbolo di elezione da parte dello Sposo celeste : << Come un giglio tra i cardi, così la mia amata tra le fanciulle >>. (Ct 2,2). Azzurro è il manto come il Cielo che l’ha resa madre di Dio e madre dell’uomo. Rossa la veste come il sole, Lumen de Lumine, che ella ha accolto nel grembo verginale.

Agostino Masucci , Annunciazione (Chiesa di San Francesco – Monteleone di Spoleto).
Maria non osa alzare lo sguardo, in fiduciosa attesa avverte la presenza dell’Eterno: <<Ecco la serva del Signore, sia fatto di me secondo la sua parola >>. Da oltre le caligini dell’antica colpa, il Padre s’affaccia sul mondo. La rugiada del suo amore piove su quell’unico intatto fioredell’Eden. Volando dalle sue braccia la Colomba creatrice, Luce da Luce, effonde un raggio sul capo della Vergine a suggellare il nuovo patto fra Dio e l’uomo. E lei porta la mano sul cuore a custodire il segreto.

Il portico interno (Chiesa di San Francesco Monteleone di Spoleto).
Il motivo del ricamo nel quale è intenta la Vergine al momento dell’Annunciazione, è tratto dai Vangeli Apocrifi. Nel “Protovangelo di Giacomo”, i sacerdoti affidano ad alcune fanciulle vergini, scelte appositamente per adempiere a questo compito, il ricamo del nuovo velo del Tempio di Gerusalemme. Tra di esse, Maria di Nazareth la cui specchiata virtù era a tutti nota. Tratte le sorti, i vari tessuti da ricamere furono consegnati a ciascuna delle prescelte: a Maria toccò la preziosa porpora.
A Piedipaterno, il 25 Marzo festa dell’Annunciazione di Maria, ci si recava in processione all’antico oratorio eremitico sul quale nel Medioevo sorse un monastero ed un’abbazia benedettina dipendente dai monaci di S.Eutizio. Poco discosto, tra filari di pioppi, il fiume Nera – l’antica Nahar sacro agli umbri – scorre mormorando. La gente del luogo chiama la chiesa “Madonna della Romita”. E all’avita immagine della Madre del Bambino, che vi si conservava, chiedeva grazie: “Madonna de la Romita sete, vostro figolo ‘n braccio lo tenete co tanta carità e co tanto amore: levateci dal cuore ‘gni male, ‘gni pena e ogni dolore.”
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Da vedere:
Nei dintorni:
- Cascia, la Città di Santa Rita;
- Preci, il Paese dei Chirurghi;
- Norcia, la Città del Tartufo;
- Scheggino, il Diamante Nero della Valnerina;
- Santa Anatolia di Narco, la Valle del Drago;
- Vallo di Nera, il Borgo-Castello;
- Cerreto di Spoleto, il Paese dei Ciarlatani;
- Poggiodomo, la Terra del Cardinale;
- Monteleone di Spoleto, il Leone degli Appennini;
Itinerari suggeriti:
- Cascia, Monteleone di Spoleto, Poggiodomo – Itinerari e luoghi dell`arte;
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