Il termine “Maestà di Maria”, in origine, era riferito alla Majestas Domini, la raffigurazione del Cristo assiso sul trono come Sovrano Universale, il Pantokrator greco. Per analogia, “maestà” passò a designare le rappresentazioni della Vergine nella sua funzione di sovrana: Regina Angelorum, Regina Prophetarum, Regina Apostolorum, e, per virtù del proprio dolore, Regina Martyrum. La raffigurazione di Maria nella sua funzione di Regina fu elaborata a Roma, ai tempi di Giovanni VII. La Vergine porta in capo la corona e il figlio è rappresentato non più come un lattante, ma come un giovanetto in piedi sulle ginocchia della madre.

Madonna in Trono, Chiesa di Santa Maria della Visitazione (Cascia).
Un bell’esempio, trecentesco, di Maestà, o Madonna in Trono, è presente nella Chiesa di San Francesco, a Monteleone di Spoleto: Maria è raffigurata con Gesù giovanetto sulle ginocchia, in atto di impartire la benedezione. Il trono, il cuscino ed il poggiapiedi sono riccamente decorati. Dietro la Vergine, due angeli sorreggono una cortina rossa. A destra della Madonna è rappresentato San Francesco d’Assisi con le mani ed i piedi segnati dalle stimmate e,sul petto, una croce tenuta con la mano destra. A sinistra, Santa Margherita regina di Scozia, con la corona sul capo, un libro nella mano sinistra e la croce sulla destra.

Madonna in trono, Chiesa di San Frnacesco (Monteleone di Spoleto).
Un’altra Maestà, datata 1505, è raffigurata nella Chiesa di San Michele Arcangelo di Gavelli. La Vergine, assisa su un trono aureo, reca sulle ginocchia il Bambino benedicente con il volumen nella mano. A sinistra della Vergine, inquadrati tra rappresentazioni di colonnine che sorreggono archi trifori, i Santi Macario eremita, e Giacomo; sulla destra, Filippo e l’eremita Bordonio. La “Madonna in Gloria“, rappresenta una variante della “Maestà“, o Madonna in trono, come nell’affresco, dipinto dallo Spagna e da un discepolo della sua scuola nella Chiesa di San Michele, a Gavelli. La Vergine reca sulle ginocchia, in piedi, il Bambino benedicente. L’immagine appare sospesa in aria, circondata da una mandorla contornata da testa di cherubini ed attorniata da angeli.

Madonna in trono, Chiesa di San Michele Arcangelo (Gavelli).
Il frutto della mandorla, sul piano simbolico, rappresenta il Cristo, mentre la dura scorza corrisponde alla sua natura umana, o all’utero della Vergine in cui divenne uomo. Nell’iconografia medioevale, la mandorla che contorna e racchiude la figura del Cristo, o quella della Vergine, rappresenta l’emanazione della luce delle gloria ed esprime il mistero della Luce increata e della luce della santità che di essa partecipa. L’aureola che nimba la testa dei santi rappresenta una forma ridotta della mandorla.

Madonna in trono, Chiesa di San Michele Arcangelo (Gavelli).
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